Provate a immaginare un eroe e una sua impresa. Nel caso abbiate pensato a un falegname che intaglia un buon tavolo o un padre di famiglia che fa straordinario, questo post non fa per voi e vi lascio con Caparezza. Se non siete curiosi smettete pure di leggere questo blog e tornate a mettere il pane in tavola.
Altrimenti, preparatevi a uno slancio, questo è il centesimo articolo di Ph.Me.
- - You stop bad things happening every minute of every day. That sounds pretty heroic to me!
- - Just passing the time...
- Clara and The Doctor
Perchè il vostro eroe si è lanciato a sua volta a compiere le sue gesta? La ragione ultima di una impresa genuinamente eroica è l'atto stesso. L'eroe non agisce per ricompensa, per necessità o per vanità. L'eroe, ogni eroe, agisce innanzitutto perché le sue gesta fanno parte del suo essere.
Ulisse avrà anche voluto tornare a Itaca, ma è l'aver abbracciato il mare, la sua ventennale avventura, e l'ignoto che hanno fatto di Ulisse un eroe. Immaginate un Ulisse che non vive il momento, che non vuole rischiare di sentire le Sirene, che ha in mente esclusivamente Penelope: non sarebbe un eroe alla ricerca e in conquista, ma un Gianburrasca lagnoso sballottato dagli eventi!
L'impresa eroica, per essere tale, deve dimostrarsi un'attività disinteressata e compiuta, il cui eventuale ritorno pratico è svincolato dalla stessa. L'impresa deve innanzitutto generare meraviglia; poi viene il resto. Che Ulisse torni e voglia tornare a casa è sì importante, ma è il suo girovagare per il mediterraneo a essere meraviglioso.
Non sorprendentemente, l'eroismo è insito nel modo in cui si fanno le cose, più che nella cosa che si fa. Tuttavia, ci sono alcune attività che sono disinteressate per definizione.
[...] we were hunters and foragers, wanderers on the savannahs and the steppes. There were no border guards then, no customs officials. The frontier was everywhere. We were bounded only by the earth and ocean and the sky.[...]The open road still softly calls, like a nearly forgotten song of childhood.
Carl Sagan - Pale Blue Dot
Il pionerismo è la ricerca di nuove terre, l'intraprendenza di avventurarsi oltre la frontiera del noto ed esplorare dove nessuno era mai stato. La motivazione ultima, la quale spinse molti ad abbandonare i confort della civiltà, difficilmente è uno scarso vantaggio personale, come la proprietà di un fazzoletto di terra senza valore.
"Perchè vuole scalare l'Everest?" Notoriamente l'alpinista George Mallory rispose: "Perché è lì!", prima della spedizione che gli costò la vita. Credo che alcune persone semplicemente siano più sensibili al richiamo della frontiera e ricordino più chiaramente quell'antica canzone della strada nuova, impressaci dai nostri antenati nomadi.
[...] the frontier was a safety valve for civilization, a place for people to go to keep from goin' mad.
Interstate60, parafrasando Frederick Turner e la Frontier Theory
Queste persone non possono a quel punto che sentirsi disagiati nella conformità sociale, sentendo quel "perenne prurito per cose remote" che descriveva Melville in Moby Dick. Quindi l'attraversamento della frontiera, l'esplorazione e lo spirito pionieristico sono attività disinteressate, svolte per rispondere a una spinta interiore e non per una esigenza esteriore, quindi eroiche. Ulisse stesso rappresenta, specialmente nell'attraversare le colonne d'Ercole nella sua versione Dantesca, il perfetto pioniere ed eroe.
Oggi abbiamo finito le frontiere fisiche, non esistono quasi più terre vergini. In compenso, però, siamo sempre più confidenti nel mondo delle idee. abbiamo sempre più strumenti per esplorare frontiere culturali e scientifiche, le quali non sono meno frustranti e austere di quelle fisiche. Il pioniere nel mondo della conoscenza, ovvero il ricercatore, si deve confrontare con gli stessi limiti del sapere e dell'intelligenza. Così come una prevaricante forza naturale è il tratto essenziale dell'esplorazione, anche una prevaricante ignoranza è il tratto essenziale della ricerca. Come è necessaria la cautela al forte, è necessario che anche il più intelligente prenda coscienza della propria stupidità, se vuole sopravvivere in questo territorio.
Comunemente la persona che vive entro le frontiere cerca di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, in modo efficiente e pulito, per far funzionare la società in cui vive e le cose e affetti che gli stanno più vicino. Il ricercatore, al contrario, è affascinato da quelle cose quasi impossibili, quelle "cose remote" che comunemente la società non considera, si lascia disturbare dai luoghi ignoti che sta esplorando da solo e decide di affrontare sfide appositamente "Non perché sono facili, ma perché sono difficili".
Physics is like sex. Sure it may give you practical results, but that's not why we do it
R. Feynman
Quindi coloro che sentono questo "prurito" per cose lontane, nonostante tutto non possono trattenersi dall'esplorare le sconfinate frontiere che ci sono rimaste. Non vi è pretesa di risultati, se non quello di seguire disinteressatamente la propria natura.
Ma la cosa magnifica è che proprio questi individui determinano i risultati più sbalorditivi: puoi trovare cose migliori di ciò che hai solo se ti avventuri nel nuovo. E sono gli individui che si agitano per trovare il nuovo, indipendentemente dal fatto che porti a cose migliori, che possono dare vantaggi per tutti, più di tutti gli altri. 1 milione di anni fa come oggi, è il primate che si avventurava più a lungo nella foresta ad avere la possibilità di trovare la frutta migliore fra quella che ha disposizione il branco.
Nessuno ha mai fermato i pionieri, neanche quando a casa morivano di fame, perché le speranze di chi rimane indietro stentando sono riposte in loro e in nessun altro; perché nessun altro può portare frutti guardando una credenza vuota.
These moments when we dare to aim higher, to break barriers, to reach for the stars, to make the unknown known. We count these moments as our proudest achievements. But we lost all that. Or perhaps we've just forgotten that we are still pioneers.
Interstellar Trailer
Quindi nonostante i pionieri si muovano quasi esternamente alla società, sono tali individui e imprese che le portano i maggiori vantaggi. Tali sono gli individui e le imprese che celebriamo (o dovremmo celebrare) con orgoglio. Perché sono di ispirazione per noi tutti, perché sono quella fetta di società che, per il nostro bene, deleghiamo a essere folle, originale, inefficiente e completamente nuova, pionieristica insomma.
Non è importante quante volte nuove teorie esoteriche, come la meccanica quantistica, si siano tramutate nella chiave di volta per salti tecnologici enormi e incrementi di benessere imprevedibili. Non importante come, mediamente, questi pionieri dell'intelletto riescano costantemente e miracolosamente a trovare nuova migliore frutta. Ogni euro, in ricerca scientifica di base, ne restituisce 5 sul lungo termine, determinando che la scienza è il miglior investimento a lungo termine possibile. Non è importante che: "One day Sir, You may tax it", come forse rispose Faraday quando gli chiesero a cosa servisse l'elettricità.
Non è neanche importante quanto falliscano. Non è importante perché non è quello il punto. Non bisogna guardare alla scienza nella speranza di risvolti pratici diretti, ma è doveroso sviluppare ogni forma culturale, precisamente per la sua impraticabilità, con lo stesso spirito di quei folli stralunati ed egoisti dei pionieri.
Solo in questo modo, sarà possibile scoprire che la cultura, anche e soprattutto la cultura scientifica, forma la nostra storia, il nostro movente e il nostro contesto. La scienza dipinge una storia vera dell'universo, una storia che ci accomuna e ci unisce, che ci da un motivo per aspettare, sognare e costruire il domani. Solo in questo modo potremmo meravigliarci nel centrare le orbite del sistema di Plutone, proprio perché inutile, proprio perché fine a se stesso come un'opera d'arte. E solo così si raggiungeranno nuovi orizzonti, nuove speranze future come nella più bella delle storie che abbracci il genere umano e anticipo delle meraviglie a venire. Tutte quelle meraviglie costruite da noi vagabondi.